Quando Wonder Boy: Asha in Monster World è stato annunciato sulle pagine social, il commento più frequente è stato “ed è subito Shantae”, peccato che in questo caso sia l’esatto contrario. Si perché il titolo Capcom (uscito nel 2002) fu ritenuto, almeno inizialmente, il seguito spirituale di
Monster World IV (datato 1994) e di cui, questo, è solo un remake.
Ma se è il sesto capitolo perché nel titolo originale del gioco c’è il “IV”? No, nessuno ha fumato nulla di strano, semplicemente gli episodi di questa serie non sono strettamente legati in termini di storia, l’evoluzione del gioco ha visto cambiare sia i protagonisti che il gameplay, passando
dall’iniziale arcade a piattaforme verso titoli con elementi di esplorazione, enigmi ed RPG, dove il giocatore poteva far evolvere il personaggio durante l’avventura comprando armi e potenziamenti vari. Wonder Boy: Asha in Monster World è esattamente uno di ultimi questi casi.
Come dice il titolo, la protagonista è Asha, impavida aspirante guerriera che, sentendo evocare il suo aiuto da parte degli spiriti degli elementi – fuoco, terra, acqua e aria – si lancia in un’epica avventura per salvarli e dove dovrà correre tra nemici, piattaforme, livelli e immancabili guardiani
di fine livello, divisi in boss e sub-boss.
Gli attacchi non sono molto vari e si basano tutti sull’uso di una scimitarra, unica vera arma presente ma, novità di questo remake, eliminando le varie creature è possibile accumulare energia per un colpo speciale, utile soprattutto con i nemici più cicciosi. Fortunatamente Asha ha a disposizione anche uno scudo per proteggersi dagli attacchi, anche se non sempre è efficace.
La graziosa protagonista può correre e saltare ma, per superare alcuni livelli, sarà indispensabile l’aiuto del Pepelogoo, piccola creatura che dovrà trovare nelle fasi iniziali e che evolverà durante l’avventura, passando dall’essere un grazioso uccellino azzurro simile a Kirby a una specie di Totoro, man mano che ci si avvicina alla fine. Grazie al suo aiuto gli sarà possibile superare limiti ambientali, come raggiungere piattaforme particolarmente elevate, azionare leve e pulsanti altrimenti inarrivabili, o usarlo letteralmente come scudo per proteggersi dai vari elementi. C’è da dire che l’uso del Pepelogoo non è proprio semplice da padroneggiare, ma non ci vuole molto per abituarsi e sfruttarne tutte le potenzialità.
Un altro personaggio secondario, che si trova (letteralmente) dopo qualche minuto dall’inizio, è il Genio della Lampada; anche lui ha dei compiti specifici, primo fra tutti il poter riportare Asha al villaggio in qualsiasi momento. Si perché, come è stato anticipato, durante il gioco è possibile ottenere potenziamenti a suon di vil denaro e, se Asha se la passa male, grazie a questo divino servitore può tornare indietro, curarsi, comprare un migliore equipaggiamento grazie ai soldi raccolti e riprovare il livello con qualche possibilità in più di uscirne viva. Non solo, sono infatti presenti zone segrete da scoprire, dove trovare oro, oggetti vari e, soprattutto, gocce blu; queste ultime possono aumentare i punti vita di Asha (rappresentati da cuori) e ce ne sono 200 sparse per tutti i livelli, ogni 10 raccolte si ottiene un cuore in più.
Più Remaster che Remake
Anche se si sta parlando di un gioco bidimensionale, differentemente dai precedenti Remake, disegnati e animati manualmente, in Wonder Boy: Asha in Monster World è stata usata una grafica poligonale, collocandolo nella categoria dei giochi 2.5D; come scelta è stata un po’ azzardata più che altro perché, dalla versione originale, il gameplay è rimasto praticamente uguale e l’aspetto visivo non si sposa benissimo con esso. Insomma, se una grafica 2D in bassa risoluzione ma curata, nel 1994 risultava estremamente gradevole ed efficace, questo remake visivamente non è nulla di speciale. Forse si doveva rischiare di più, ma la scelta di voler mantenere il design del gioco il più fedele il possibile ha penalizzato tutto il resto.
Discorso diverso per il sonoro, le musiche state rielaborate in versioni decisamente gradevoli e finalmente c’è il parlato, purtroppo solo in lingua originale ma, fortunatamente, con menu e sottotitoli in varie lingue, italiano compreso.
Per quanto riguarda la longevità, stiamo parlando di un’avventura che porterà via dalle 4 alle 5 ore di gioco. Il problema è che, la maggior parte del tempo, la prenderà la parte di esplorazione dato che i livelli dove si concentra l’azione sono decisamente troppo facili anche a difficoltà normale.
Perfino i boss sono piuttosto semplici, con pattern limitati e memorizzabili velocemente. Ciliegina sulla torta, è possibile salvare quando si vuole. In pratica, il personaggio del vecchio saggio, che nella versione originale rappresentava il punto di salvataggio, in questo remake da solo dei
suggerimenti. Insomma, un personaggio fondamentale è stato trasformato in poco più di un cartello informativo sotto forma di vecchio depravato, che importuna graziose ragazze e che toglie anche quel minimo di sollievo e piacere che era trovarlo, magari dopo aver superato un punto particolarmente ostico. Tuttavia, se questo da un lato spezza il ritmo e l’azione, dall’altro permette di poter riprovare una sezione difficile senza dover ripercorrere un lungo tratto prima di arrivare a esso.
Vecchio “dentro”
Insomma, Wonder Boy: Asha in Monster World risente anche lui di un problema che hanno molti remaster di questo tipo: il peso degli anni. Rivestire un gioco con della grafica rinnovata per dargli nuova linfa va bene se il lavoro è estremamente meticoloso (come nel caso dei precedenti capitoli di
Wonder Boy) o se evolvono anche le meccaniche di gioco (come nel caso di Metroid: Samus Returns), altrimenti si ottiene solo un buon titolo capace di intrattenere per qualche ora ma che, alla fine, rimane un platform d’altri tempi con uno stile che poteva avere il suo perché nel 1994. Ma al giorno d’oggi, pagare € 40 per un prodotto come questo, è decisamente eccessivo, anche per gli irriducibili del genere… A parte quello ST***ZO del sottoscritto che ne ha spesi 99,99 per la collector (che non gli è ancora arrivata, codropio!)