Il panorama videoludico italiano di certo non brilla per quantità o qualità dell’offerta, pertanto ogni titolo originale è sotto i riflettori ed è per noi un’ottima cosa recensirlo e dare risalto alla produzione nostrana. Milanoir, l’opera di Italo Games, è uno shooter indie che si ispira alla Milano degli anni ’70, un action noir in stile pixelloso che parla di criminalità organizzata tutta nostrana (ma con note splatter che Tarantino levati!).
Come nelle produzioni poliziottesche che dipingevano il tentacolare capoluogo lombardo come un posto pericoloso e crudo, così Italo Games decide di ambientare le avventure di Piero Sacchi proprio qui, a Milano: alle dipendenze del malavitoso siciliano Lanzetta, Piero si vedrà invischiato in faccende losche, tra tipi tosti e senza peli sulla lingua, in un circondario duro e degradato, pieno di conti da regolare e sgherri di bande rivali.

Alcune sezioni indoor servono per raccontare la storia, proprio come durante l’incipit della prima missione.
Non immaginatevi Piero come un eroe convenzionale, senza macchia e dai solidi principi: Piero mette mano al “ferro” senza troppi fronzoli, ha la lingua affilata, usa termini volgari e la popolazione del Giambellino lo teme e lo rispetta proprio per i suoi modi violenti. Dopotutto stiamo parlando di bande criminali…
Sebbene la trama sia leggera e a tratti sopra le righe l’azione è violenta e veloce, le situazioni cruente e i dialoghi senza mezze misure: senza dubbio il team ha voluto restituire un feel genuino, ma capace di strappare un sorrisetto anche ai player più smaliziati.
Sul versante del gameplay Milanoir si gestisce come un twin stick shooter dove il giocatore sarà in grado di gestire contemporaneamente i movimenti del protagonista e la mira delle bocche da fuoco: sebbene lo stile ricordi vagamente Hotline Miami (se non altro per la sana dose di violenza a schermo), l’inquadratura di Milanoir è diversa e gli spostamenti tra location al chiuso, all’aperto e in “corsa” è molto più vario e originale nel complesso.
I movimenti di Piero sono agili e gli elementi di gioco consentono di nascondersi opportunamente dal fuoco nemico, compiere kill, silenziose, schivare le pallottole con plastiche rotolate e persino eseguire prodezze balistiche come colpi di rimbalzo per colpire i nemici più ostinati in alcune situazioni in cui apparentemente non riusciamo a stanarli dalla loro copertura.
La scacciacani del nostro sgherro va ricaricata di continuo, ma di tanto in tanto potremo optare per mitragliette, Magnum 44 o bombe da lanciare per generare un pò di caos tra le fila nemiche.
Personalmente avrei gradito una maggiore presenza di possibilità stealth, oltre al banale strangolamento del nemico che rimane un’opzione valida solo nelle primissime sezioni di gioco dove la difficoltà è piuttosto bassa.

Uno dei pochi casi in cui una kill stealth è effettivamente efficace.
Con l’avanzare dell’avventura la difficoltà diventa piuttosto impietosa, con nemici che ci stenderanno al primo colpo e con una serie attacchi contemporanei che mi hanno fatto venire i crampi ai pollici! Adoro i giochi con difficoltà elevate, ma sempre dove la skill del giocatore può fare la differenza, o dove la bontà dell’equipaggiamento può aiutare chi si è ben preparato.
Non avere esattamente sotto controllo la situazione e dover gestire attacchi diversi e imprevedibili mi ha visto perire miseramente in un modo un tantino frustrante alla lunga…
Anche le boss battle sono davvero estenuanti e durano tantissimo, richiedendo poi una precisione estrema e una concentrazione che lo stesso sistema di controllo non agevola per niente!
Non stiamo parlando di un titolo che consente una precisione di mira estrema, perciò il team avrebbe potuto rendere Milanoir più godibile ad una platea di giocatori meno hardcore…
Forse Italo Games voleva allungare la durata dell’intero titolo (per completare i 7 atti ci vogliono 8-9 ore, ma sarebbero molte meno se non fossimo costretti a rifare alcune sezioni diverse volte!), ma ha semplicemente sbagliato modo con cui raggiungere l’obiettivo.

Le ambientazioni sono sempre belle da vedere, ricche di dettagli e ricreate con passione!
La co-op locale a due giocatori è sicuramente una ottima aggiunta, ma non stravolge l’impianto del gioco come detto fino a qui: se infatti uno dei due giocatori potesse rianimare l’altro tutto il discorso sulla difficoltà descritto sopra potrebbe essere giustificato, ma se solo uno dei due protagonisti ci lascia le penne, lo schermo si tinge di nero e bisogna ricominciare.
Sia da soli che in coop ho trovato le parti ad inseguimento (persino la primissima sull’Apecar) davvero frustranti, con un caos a schermo esagerato e una durata notevole, senza capire esattamente come come colpire efficacemente il nemico in fuga anche perchè continuamente assaliti su tutti i fronti!!
L’ambientazione meneghina ricrea con dovizia di particolari alcune location subito riconoscibili agli autoctoni: dalle Colonne di San Lorenzo ai Navigli, dalle tipice case di ringhiera a Porta Venezia fino alla periferia di Lambrate, dal Pirellone ai tunnel della metro, il team dimostra di aver percorso i luoghi e averli ricreati con pixellosa meticolosità. E questo è sicuramente un pregio della produzione. Tutte le location son farcite di riferimenti reali alla milano dell’epoca, con locandine e sottofondo musicale che ricordano le crime story di film che hanno fatto la storia.
Sul versante artistico si capisce che lo scouting delle location è stato messo a frutto e la ricerca (anche cinematografica) ha donato spessore e personalità a Milanoir: i fondali sono sempre belli e ricchi di dettagli, così come il sottofondo musicale che perfettamente si intona al tipo di narrazione.
Conclusione.
Milanoir è il titolo d’esordio di Italo Games, imperfetto, ma dalle ottime caratteristiche di partenza. Mi è molto piaciuta l’ambientazione, i buffi nomi dei vari personaggi e anche la trama non troppo impegnata. La definizione di “tarantiniano” si sposa bene con la violenza di questo twin stick shooter. Non mi ha però soddisfatto appieno il sistema di controllo e la curva di difficoltà (specie nelle parti finali): tutto sommato sono certo che il team farà tesoro di questa esperienza per il suo prossimo titolo! Attendiamo fiduciosi di provare i prossimi frutti…