Macross: Shooting Insight Recensione

Per un nerd della “vecchia” generazione come il sottoscritto, amante della fantascienza e dei mecha degli anime giapponesi, la serie Macross ha sempre avuto un posto speciale nel cuore. Certo, in Italia è arrivata sotto forma della sua rimaneggiata versione americana con il titolo di Robotech, ma il fascino e l’entusiasmo che generava erano comunque alle stelle: aerei che si trasformavano in robot dal design estremamente realistico, una storia appassionante e, soprattutto, la vera protagonista della serie, la gigantesca astronave Super Dimensional Fortress Macross, meglio nota come SDF-1.

Il successo della serie fu epocale, generando un vero e proprio filone del genere robotico e dando vita a numerosi sequel e spin-off. E si sa, se un anime ha successo, la sua trasposizione videoludica è praticamente un assioma. Macross non ha fatto eccezione: dal 1983 a oggi sono usciti quasi 40 titoli. L’ultimo arrivato è Macross -Shooting Insight-, pubblicato inizialmente a settembre 2024 come esclusiva giapponese. La versione di cui parliamo oggi è quella localizzata in inglese per il mercato occidentale. Gli appassionati del genere SHMUP probabilmente lo conoscono già, ma per tutti gli altri vale la pena spiegare di cosa si tratta.

La storia del gioco è completamente nuova e slegata dalla serie originale per un motivo ben preciso: si tratta di un gigantesco crossover tra le varie dimensioni di Macross, dove piloti e cantanti si ritrovano catapultati a combattere insieme contro una nuova minaccia comune. Il giocatore potrà scegliere tra cinque personaggi provenienti da queste realtà parallele.

La prima cosa che salta all’occhio è la particolarità del gameplay: a differenza della maggior parte degli SHMUP, non è statico ma varia da sezione a sezione. Si passa da uno scorrimento verticale (Raiden Fighters) a uno orizzontale (R-Type), a sezioni multidirezionali con vista dall’alto (Alien Breed) e persino a fasi in stile rail shooter (Space Harrier). Ogni livello è diviso in tre fasi: due di pura azione, con nemici e proiettili da schivare in ogni direzione e una battaglia contro il boss, che richiede una strategia specifica per essere sconfitto. Non mancano potenziamenti, bonus, oggetti collezionabili e abilità speciali. Oltre alla classica “smart bomb” (una pioggia di missili che ripulisce lo schermo), il gioco introduce anche un elemento chiave del franchise: la musica.

Chi conosce Macross sa che la musica ha sempre avuto un ruolo centrale, addirittura come arma capace di indebolire il nemico o infondere coraggio agli alleati. Anche qui è stata implementata con effetti che vanno dall’aumento della potenza di fuoco al recupero dell’energia, fino alla riduzione della resistenza dei nemici. Una trovata interessante che aggiunge un tocco di personalità al gameplay.

Fin qui tutto bene. Macross -Shooting Insight- ha il potenziale per essere un gran titolo.
Peccato che non lo sia.

Graficamente è molto curato: il design dei velivoli è fedelissimo agli anime e il comparto sonoro include praticamente tutte le colonne sonore della serie. Le scene di intermezzo tra i livelli aiutano a comprendere la storia e le missioni, ma alla fine si riduce tutto al solito schema: spara il più possibile e cerca di non morire. Ok, tutti gli SHMUP sono così, ma qui il problema è la scarsa varietà tra i livelli: nemici poco differenziati, ambientazioni ripetitive (soprattutto nella prima parte del gioco) e sezioni multidirezionali totalmente identiche tra loro. I boss di fine livello, per fortuna, sono più curati, ma non così esaltanti da lasciare il segno, anzi! La prima volta, pensavo di trovarmi di fronte a un mini-boss.

Anche la difficoltà è mal calibrata. Il sistema dei power-up è ostico: bisogna distruggere nemici a raffica per mantenerli attivi e senza potenziamenti avanzare diventa un incubo. Questo significa anche prendersi molti rischi per eliminare il maggior numero di avversari nel minor tempo possibile e, considerando che si ha una sola vita, capirete quanto sia facile perdere la partita in un batter d’occhio. E vi assicuro che già a difficoltà “normal” si bestemmia con una certa disinvoltura.

Certo, si può abbassare il livello di difficoltà o attivare l’opzione per il recupero automatico dell’energia, ma così si passa da un estremo all’altro: il gioco diventa ridicolmente facile e la noia prende il sopravvento. Se già la varietà non è il suo forte, rendere il giocatore praticamente invincibile non aiuta di certo.

Infine, la grande delusione: dov’è l’astronave?!

Un gioco basato su Macross, che porta nel titolo il nome della sua iconica fortezza spaziale e… di SDF-1 nemmeno l’ombra. Neanche una versione ridotta. Neanche un pezzo di lamiera. Nulla. Mi sarei aspettato almeno di vederla come sfondo in qualche livello o di usare il suo cannone come “smart bomb” al posto della solita pioggia di missili. E invece niente.




Conclusione.

Per concludere, mi sono posto la solita domanda: ci rigiocherò? Francamente no e questo è il difetto più grande del gioco. Perché se, dopo 35 anni, ancora oggi mi riguardo volentieri la serie originale, un videogioco ispirato a Macross dovrebbe trasmettere lo stesso entusiasmo. Ma Macross -Shooting Insight-, purtroppo, non ci riesce.

6.9

Dignitoso

Da ragazzo aveva pochi giochi ma molto tempo per giocare. Ora ha troppi giochi ma poco tempo per giocare. Mai una gioia.

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