Gekido: Kintaro’s Revenge Recensione

Il picchiaduro a scorrimento tutto italiano del mitico NAPS Team...

Originario per Game Boy Advance, Gekido: Kintaro’s Revenge è il sequel del primo, piuttosto popolare, Gekido, uscito per la prima PlayStation. Dopo 16 anni, il talentuoso e tutto italiano NAPS Team ha deciso che uno dei loro cavalli di battaglia avesse ancora la sua da dire. Il genere è quello dei beat’em up 2D, ormai forse passato piuttosto in sordina, in un’epoca incentrata su tutt’altro  (gli indie, ad esempio, sono ormai quasi sempre metroidvania, platform o rogue like, per la maggiore). Ciononostante, il team italiano ci ha visto bene: Gekido: Kintaro’s Revenge non è invecchiato affatto. Anzi, in questa riedizione per Nintendo Switch brilla addirittura di nuova luce. Non si tratta di un vero e proprio remake nel senso stretto del termine, ma sarebbe anche riduttivo definirlo una semplice e spicciola remastered.

Gekido: Kintaro's Revenge

Il ritorno di Kintaro

Sconfitto nel prequel 32 bit, Kintaro fa il suo ritorno più spietato che mai e non di certo con nobili intenzioni. Sarà compito di Tetsuo fermarlo, ancora una volta (seppur senza l’aiuto di Travis e Michelle, protagonisti insieme a lui nel primo episodio). Il tutto inizia in uno sconosciuto villaggio. Il nostro protagonista verrà convocato dal suo vecchio maestro per indagare su misteriosi accaduti. L’arrivo di zombie e creature mostruose sembra una minaccia piuttosto seria e dovremo indagare per scoprire la causa dell’arrivo dei demoni. Incipit narrativo piuttosto semplice, ma valido pretesto per le scazzottate, elemento sul quale il titolo punta in primis (visto il genere d’appartenenza). Va comunque sottolineato che la trama abbia dei risvolti interessanti e che la caratterizzazione dei personaggi risulti veramente efficace. Non mancheranno dei colpi di scena di buon livello, sino ad arrivare alla sorpresona finale che vede una sostanziale differenza col titolo GBA, ma lascio al giocatore il piacere della scoperta. Peccato solo che il testo non sia sempre impeccabile. La punteggiatura a volte non è precisissima e nei punti scritti in maiuscolo stonano le lettere accentate in minuscolo (non si capisce però se sia una precisa scelta o se questo sia dovuto a dei problemi). A parte per queste lievi piccolezze, la comprensione dell’opera rimane ovviamente intatta.

Come dicevamo all’inizio, non possiamo parlare di remake, però nemmeno di una semplice remastered, poiché il talentuoso team con sede a Messina ha arricchito il gioco di non poche cose. Innanzitutto, sono stati rimodellati tutti gli asset, tile e sprite per adattarli alla nuova risoluzione, aggiungendo di fatto anche due modalità di schermo in 16:9 e 21:9. Non mancheranno inoltre dei particolari filtri video per coloro che vogliono comunque lasciare invariato il feeling dei bei vecchi tempi che furono. Sono state completamente rifatte le cutscene in uno stile simil anime davvero molto gradevole. Unica pecca è che molte sequenze animate vengono riutilizzate fin troppo spesso. Sarebbe stato meglio garantire una maggior varietà, proprio perché tecnicamente risultano davvero di pregevole fattura ed alcune (come ad esempio una nelle sequenze finali) fanno la loro porca figura. Anche il labiale non sempre è perfetto. Sia chiaro, non abbiamo dialoghi doppiati, però comunque vi è l’apposita animazione ed alcune volte la bocca si muove senza sosta, mentre invece in base al testo ci sarebbe dovuta essere qualche pausa.

Niente di grave in ogni caso, ma sicuramente si poteva osare di più. Resta comunque un lavoro notevole e visivamente di impatto. La colonna sonora pure è stata completamente rifatta, però, come per l’originale, la varietà dei brani non è corposa. Unico appunto è che non sempre le nuove tracce risultino migliori di quelle del titolo GBA. Infatti, la battle theme del 2002 (non me ne vogliano gli autori) dà dieci piste a quella inedita. Tuttavia, la musica della schermata iniziale con quei flauti (no, non quelli Mulino Bianco) e quello stile prettamente orientale è di gran lunga di tutt’altro livello rispetto a quella originale. Insomma, dal punto di vista musicale ritroviamo un lavoro non migliore del tutto complessivamente, ma con alcuni brani magnifici e che superano quelli della prima release. Coloro che poi dovessero sentire la mancanza dei temi più rockeggianti tipici della battle theme originale, non abbiano timore. NAPS Team ha realizzato due nuove tracce musicali inedite, riservate ad una delle due modalità aggiuntive che andremo ad analizzare a breve. Si tratta di musiche con sonorità tipiche metal, davvero di gran spessore e che donano alla splendida modalità Survival (che ha creato in me dipendenza – NDR) una bella marcia in più. Gran peccato siano solo due! Qualcuna in più non avrebbe di certo guastato.

L’altra modalità è Relic Hunt, ossia Caccia alle reliquie. Se in quella Survival, come suggerisce il nome, dovremo farci strada in vari stage lineari e resistere continuamente a orde di nemici mentre ci facciamo strada, in Caccia alle reliquie avrà prevalenza il fattore esplorativo, donando quasi un pizzico di vena adventure al gioco che, già di suo nella modalità principale, lo fa, per spezzare il ritmo con le battaglie. In tutto questo, va segnalato che per la modalità Survival sono stati creati 12 modelli preimpostati di stage, quindi con fondali e asset completamente nuovi. Certo, vi è qualche modello rimaneggiato per renderli differenti, ma si tratta comunque di elementi inediti, alcuni presenti anche nella modalità Relic Hunt.
Le aggiunte non finiscono qui! Altra cosa molto importante è la possibilità di poter giocare Gekido: Kintaro’s Revenge finalmente in cooperativa con un altro giocatore e basterà dargli uno dei due Joy-Con per ricreare a casa (o, perché no, in un bar od ovunque capiti, vista la portabilità di Switch) le tipiche atmosfere da sala giochi. Per i nostalgici sarà infine possibile scegliere anche se mantenere le musiche e le cutscene inedite oppure se selezionare quelle della versione GBA. Giusto per accontentare un po’ tutti.

Tecnicamente, il titolo ancora oggi si difende bene. Gli omaggi ai brand storici come Double Dragon, ma soprattutto a Final Fight e Bare Knuckle (Streets of Rage) non mancano affatto, ma il gioco mostra comunque di saper essere originale ed avere uno stile tutto suo. Stilisticamente, infatti, non è invecchiato di una virgola e ancora oggi è un piacere visivo, anche grazie al lavoro di riadattamento svolto per questa nuova versione del gioco che, ricordiamo, non è un mero porting o emulazione, ma un titolo praticamente riscritto nel codice. Il character design è molto curato, la varietà dei nemici non è elevatissima, ma comunque molto efficace. Non mancheranno i classici colori per differenziare il grado di potenza del nemico, ma la particolarità è che per ogni tipologia saranno scelte colorazioni differenti. Quindi se per un particolare avversario è il rosso ad indicare la maggior forza, non significa che sia lo stesso per gli altri. Il level design è anch’esso molto solido e propone pure sezioni un po’ platformiche con ostacoli vari che sapranno mettere spesso in difficoltà. Tra l’altro, queste sezioni hanno ricordato vagamente a chi vi scrive un pochino Shin Nekketsu Kouha: Kunio-tachi no Banka (che ho anche recensito un bel po’ di anni fa), sempre di Technos Japan Corp. Nota dolente è però una programmazione non sempre brillante, poiché alcune trappole a volte risultano posizionate un po’ maluccio creando una sorta di trial and error leggermente sbagliato siccome non sempre saranno visibili ed alcune sono quindi un po’ troppo esagerate. Va sottolineato anche che alcune tipologie di ostacoli son stati rimossi in questa versione (magari per semplificare un po’ il prodotto), anche se (almeno da una mia impressione, ma potrei sbagliarmi) sembrerebbe che l’AI nemica sia stata intensificata. Tutti i nemici sembrano infatti molto più cazzuti rispetto alla versione originale GBA.

Gekido: Kintaro's Revenge - Fire Punch

Botte old school

Gekido: Kintaro’s Revenge è suddiviso in vari capitoli e propone un tasso di sfida veramente interessante. Il nostro Tetsuo potrà, con gli appositi tasti, sferrare calci e pugni. Concatenandoli a dovere sarà possibile eseguire una marea di combo piuttosto varie. Inoltre, il gioco permette anche di eseguirne alcune volanti in una maniera piuttosto neutrale. Nella sua semplicità ritroviamo quindi una profondità non indifferente. Non mancherà un tasto dedito alla corsa ed un altro al salto, nonché un attacco speciale premendo il tasto del pugno e quello del calcio contemporaneamente, non appena sarà carica l’apposita barra. Se quest’ultima non è completamente piena, sacrificherete un po’ di energia vitale per sferrare l’attacco. Inoltre, per dare un pizzico di pepe all’offerta ludica, vi saranno svariati downgrade ed upgrade sottoforma di lettere che potrete trovare o distruggendo qualche cassa oppure sconfiggendo gli avversari. Serviranno ovviamente a creare vantaggi o svantaggi in battaglia. Tra tutti, spicca il boost, il quale velocizza i movimenti e permette quindi di eseguire gli attacchi e le combo in maniera più veloce, apripista a maggiori possibilità d’azione. A differenza della versione GBA, quando raccoglieremo un upgrade o downgrade che sia, comparirà una barra su schermo che si scaricherà man mano, per indicarne la durata. Peccato, però, che non tutti i capitoli abbiano un vero e proprio boss alla fine e da questo punto di vista il beat’em up di NAPS Team poteva dare sicuramente di più.

A differenza dei vari esponenti di questo genere, Gekido: Kintaro’s Revenge spezza le sezioni di azione con alcune di esplorazione dove saremo chiamati in causa a cercare apposite chiavi od oggetti vari per il proseguimento dell’avventura. Sarà possibile interagire con vari NPC e anche qui possiamo notare che a differenza dell’originale il riquadro del testo è stato cambiato. Quest’ultime sezioni, comunque, risultano particolarmente avvincenti, ma potevano essere sicuramente gestite ancora meglio e con una varietà più ricca, soprattutto nelle fasi platformiche. Nel complesso si dimostrano in ogni caso coraggiose nella loro essenza, anche se poteva esserci ancor più varietà come può dimostrare quel Shin Nekketsu Kouha: Kunio-tachi no Banka con le sue fasi platform davvero eccezionali e sezioni in moto notevoli, tipiche anche di Nekketsu Kouha: Kunio-kun, della medesima serie di Technos Japan Corp. Ciononostante, i capitoli di Gekido: Kintaro’s Revenge offriranno piacevoli (seppur poche) ore di gioco, una sfida sempre crescente e un divertimento genuino che fa sempre piacere riscontrare in un prodotto.

Ritornando alle due modalità aggiuntive, entrambe potranno essere affrontate in multiplayer. Il Survival sarà basato sul punteggio e quindi può diventare una modalità di gioco infinita siccome, soprattutto tra amici, potrebbe essere divertente confrontare i propri high score e superare quindi i vari record realizzati. Relic Hunt, invece, consisterà nel trovare più reliquie possibili e sarà disponibile anche una mappa, davvero molto utile. Entrambe le modalità offriranno ore ed ore di divertimento aggiuntivo, nonché probabilmente molte di più rispetto alla quest principale (io stesso ho superato le 20 ore giocandone perlomeno 15 in modalità Survival).

Infine, il titolo in questione è ovviamente giocabile sia in modalità TV che portatile ed entrambe le scelte non fanno perdere alcun colpo al gioco. Anzi, potrebbe sì risultare un pochino più scomodo in portatile, ma Gekido: Kintaro’s Revenge è proprio una vera gioia per gli occhi sul piccolo schermo di Switch.

Gekido: Kintaro's Revenge Survival

Conclusioni

Abbiamo tra le mani un gradito ritorno, nonché orgoglio italiano. Alcune cosucce che potevano essere meglio gestite ed approfondite e qualche scelta di programmazione non sempre del tutto efficace fanno purtroppo perdere qualche colpo al titolo. Ciononostante, questi piccoli nei non minano affatto quella che rimane pur sempre una bellissima esperienza di gioco e tutte le novità e le nuove modalità aggiuntive danno una marcia in più al prodotto finale. In definitiva, quindi, Gekido: Kintaro’s Revenge lungi dall’essere un titolo perfetto. Si tratta, tuttavia, di un atto d’amore del NAPS Team per uno dei loro pupilli, nonché per i beat’em up, i quali ormai stavano piano piano scomparendo (nuovamente). Il team italiano ha però dimostrato sia che il genere abbia ancora tanto da offrire, sia che lo stesso Gekido possa ancora regalarci nuove e gradite esperienze di gioco con eventuali capitoli inediti (di cui speriamo la realizzazione).
Il titolo brilla più che mai ed è una gioia per gli occhi e per i palati fini, cresciuti a pane e sala giochi. Pur avendo magari già giocato alla versione originale, la riproposizione per Nintendo Switch merita delle particolari attenzioni, non solo per le molteplici aggiunte (e fidatevi, la modalità Survival si dimostrerà più che efficace), ma anche per rivivere sensazioni appartenenti ad un ormai lontano passato, sotto una nuova luce.

Pregi

  • Gradito ritorno con succosissime aggiunte, tra cui la possibilità di giocare in cooperativa
  • Due nuove modalità di gioco tra le quali spicca il Survival
  • Sistema di combo avvincente e molto profondo

Difetti

  • Qualche scelta di programmazione e altre piccolezze da rivedere
  • Pochi boss
8.1

Ottimo

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma al momento restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!

Password Persa

Sign Up

Cliccando il banner, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi