Nato dalla mente brillante di Thomas Happ, Axiom Verge è una produzione indie di tutto rispetto, sviluppata interamente dall’autore in questione. Rilasciato originariamente per PlayStation 4 e subito dopo per PC nel 2015, il gioco è poi approdato anche per Wii U ed Xbox One nel 2016, giungendo infine, ad Ottobre 2017, sulla console ibrida di Nintendo: lo Switch. Proprio questa è la versione giocata e che andremo ad analizzare. Conversione minuziosa, rimaneggiata e migliorata dalla A alla Z. Un metroidvania di tutto rispetto che, pur essendo assai ispirato a quel capolavoro di Super Metroid (e al brand in generale), si impone con il suo tratto caratteristico, la sua unicità ed originalità. Non mancheranno dei chiari rimandi e qualche citazione alle avventure della bella cacciatrice, Samus Aran, ma al contempo, Axiom Verge saprà sorprendere con le sue brillanti idee e grazie a scelte di game design di leggiadro spessore. Insieme ad un concept interessante e ad una struttura narrativa non particolarmente complessa, ma senza alcun dubbio notevole e di grande impatto.
I misteri di Sudra
Una forte esplosione in un laboratorio del New Mexico coinvolge il protagonista delle vicende; uno scienziato di nome Trace, che ritroviamo risvegliarsi in uno strambo macchinario, fortunatamente illeso. Senza sapere nulla, il gioco ci farà muovere subito i primi passi ed una volta entrati in possesso del Distruttore Axiom, una voce dal nulla, la Rusalki, Elsenova, si mette in contatto con Trace, mantenendosi vaga e dando poche indicazioni sul da farsi, senza quindi rispondere agli interrogativi dell’ignaro protagonista. Capiremo, insieme al nostro malcapitato di turno, che il luogo in cui ci troviamo non ha niente più a che vedere col pianeta Terra. Tecnologie avanzate, strane creature, marchingegni folli, armi e quant’altro, ci faranno subito intuire che siamo capitati, non si sa in che modo, su un pianeta alieno, il cui nome scopriremo corrisponde a Sudra. Dal nulla, però, le cose saranno man mano sempre più chiare. Un’entità sconosciuta, Athetos, sembrerebbe l’origine di tutti i mali; il nostro nemico; la nostra ragione per cui rischiare la vita, per un bene comune. Senza avere però reali motivazioni per combattere questo presunto tiranno, ci baseremo sulla fiducia di chi si è messo in contatto con noi. Proprio come Trace, siamo all’oscuro di tutto ed insieme a lui ci faremo strada per scoprire la verità. Non mancheranno rivelazioni scioccanti e notevoli colpi di scena che renderanno Axiom Verge, seppur non particolarmente complesso, davvero assai intrigante. Una droga non solo per il suo ottimo gameplay, ma anche per una storia, che, con la sua semplicità, saprà colpirci ed incuriosirci, toccando tematiche importanti; lasciando un segno.
Graficamente parlando, Axiom Verge è chiaramente improntato su uno stile retro che richiama i tempi degli 8 bit ormai andati, seppur in maniera più simile ad un PC Engine. Infatti, ritroviamo un comparto tecnico che propone elementi su schermo e fondali di gran lunga superiori a quelli che potrebbe gestire un normale hardware 8 bit, per non parlare poi del character design e dei modelli dei boss che sono davvero strepitosi. Alcuni di questi sono talmente grossi che quando bisognerà affrontarli, la visuale si allontanerà per poterli riprendere totalmente nel campo visivo. Il gioco è comunque delizioso artisticamente, perché oltre ai boss particolarmente inquietanti quanto affascinanti nella loro struttura, ritroviamo altri elementi di spessore come Elsenova e le altre entità Rusalki oppure gli effetti simil glitch che ritroviamo come barriere che ostruiscono passaggi o altro; senza contare che una particolare arma, oltre a permetterci di superare queste barriere, dematerializza anche le creature nemiche. Di spessore ritroviamo pure le animazioni, le quali risultano veramente eccezionali, soprattutto la sorta di dissolvenza di quando esplodono i boss una volta sconfitti. Riguardo invece le ambientazioni, la varietà è notevole. Lo stile, i colori, gli effetti. Ogni location del pianeta Sudra è di impatto, talvolta struggenti e riescono a trasmettere efficacemente la loro natura aliena, grazie anche all’atmosfera e allo stile sci-fi ricercatissimo e con delle sane punte Lovecraftiane. Axiom Verge, dal punto di vista tecnico, pur con una base prettamente old, mostra tante qualità e risulta una gioia audiovisiva.
La colonna sonora, non per altro, è un altro elemento determinante della produzione di Tom Happ. Lo sviluppatore è riuscito a donare un’atmosfera pazzesca alle varie location del mondo alieno, con una varietà di temi davvero alta, ognuno azzeccatissimo nel proprio luogo di appartenenza. Una marcia in più nell’immersione totale dell’opera. Per non parlare poi della traccia riguardante la maggior parte delle boss battle; probabilmente la migliore del gioco, ma anche un brano musicalmente impeccabile ed intriso di sonorità electro dance e techno che riesce a donare un’adrenalina come pochi. Tutti gli effetti sonori sono di buonissima fattura e le creature sconfitte emettono un suono particolarmente strano, quasi come fosse un lamento. Giocando ed andando avanti nell’avventura, capirete il perché (anche se questa è una mia personalissima teoria – NDR).
Demone! Athetos dice, giocare
E se lo dice lui, vi conviene seguirlo alla lettera! No, tornando seri, Axiom Verge è un’opera brillante e che merita più di un’occasione. Una produzione indie solo perché quello è nell’effettivo, ma le qualità sono alte tanto quanto un tripla A (se non di più, rispetto a molti). Se il comparto tecnico e la soundtrack del gioco sono due elementi determinanti per la buona riuscita del titolo, il gameplay è assolutamente fondamentale. Ci troviamo di fronte ad un metroidvania a tutti gli effetti, molto classico nella sua struttura, prendendo il meglio del genere, soprattutto da Metroid ed introducendo, però, succose novità. Innanzitutto, avremo a disposizione un ampio arsenale di armi riprodotte dall’avanzatissimo Distruttore Axiom. Esse non saranno solo estetiche o comunque superflue; tutt’altro. Ogni arma può risultare utile per superare diverse situazioni di gioco e per affrontare differenti nemici nel migliore dei modi. Senza contare che sarà possibile tenere sino a tre armi switchabili (su, passatemela) velocemente. Questo fa sì, quindi, che la selezione veloce sia scelta in base allo stile ed esigenze del giocatore e vista la grande quantità, nonché varietà, ce n’è davvero per tutti. L’elemento più importante, però, per un metroidvania che si rispetti, sono gli upgrade. Alcuni di questi richiamano il buon Metroid, ma altri sono decisamente originali e loquaci. Tra tutti, spiccano ovviamente un particolare cappotto, il quale permette di attraversare le pareti (e vedrete voi stessi come si evolverà sempre più la meccanica), la trivella laser, che invece sarà utile per aprirsi dei passaggi laddove le pareti lo permettono o distruggendo blocchi simil rocce che ostruiscono la via o, ancora, il drone che permetterà di entrare in vicoli stretti e risulterà efficace per svariate situazioni (un modo particolarmente originale per differenziarsi dall’abilità morfosfera di Samus Aran). Il più peculiare ed originale risulta però il distruttore di indirizzamento, ossia l’upgrade dell’arma che permette di dematerializzare alcuni oggetti, pareti o anche nemici, ma al contempo materializza anche ciò che eventualmente non è visibile ad occhio nudo e molto altro ancora. Le funzioni di questo potenziamento possono risultare fondamentali in battaglia proprio contro i nemici, i quali, una volta dematerializzati, possono diventare più lenti o deboli, oppure ricreare altre caratteristiche che lascio al giocatore il piacere di scoprire. Stesso discorso vale per tutte le armi ed i vari equipaggiamenti. Non mancheranno upgrade che ci permetteranno di potenziare la forza d’attacco dell’arma o di ingrossare l’ampiezza dei colpi sparati. Un altro invece sarà utile per incrementare l’energia vitale, aumentandola di uno slot ogni volta. Infine, bisognerà anche trovare dei file, alcuni dei quali da tradurre, e saranno necessari per arricchire il background generale della storia e per scoprire alcuni importanti retroscena delle vicende.
Come ogni metroidvania classico che si rispetti, anche Axiom Verge è suddiviso in vari livelli tutti collegati in un’unica mappa di gioco. Ci saranno una marea di passaggi segreti, alcuni veramente ingegnosi e a volte anche piuttosto macabri e non sarà facile scovarli tutti. Non mancherà anche un sano backtracking, davvero curato e mai pesante (anche grazie al map design sapientemente gestito, con collegamenti intelligenti delle varie location). L’esplorazione è via via sempre un piacere maggiore, dovuto anche ad un level design delizioso. Upgrade dopo upgrade verrà naturale tornare in posti già visitati per sfruttare qualche nuova caratteristica e pertanto il proseguimento risulta sempre leggero e mai forzato. Il tutto è curato con maestria e con trovate di game design notevoli. Per i giocatori completisti poi la vera sfida starà nel raggiungere il 100% sia della mappa che degli oggetti e possiamo assicurarvi che non è un compito da poco. Scovare tutto sarà un’impresa impegnativa, ma di sicuro soddisfacente (la percentuale degli oggetti completa il finale, quindi occhio).
Parlando invece della difficoltà del titolo, sappiate che il sottoscritto l’ha giocato direttamente in modalità difficile e per coloro che cercano un grado di sfida molto marcato, c’è da restarne soddisfatti. In generale, comunque, il prodotto è old school a tutti gli effetti. La varietà dei nemici e delle ambientazioni garantirà ore di divertimento assicurate. Le boss battle sono spettacolari anche se alcune forse fin troppo incasinate. Stesso discorso per dei passaggi e sezioni di gioco particolarmente tediosi.
A differenza di un qualsiasi Metroid, in Axiom Verge si spara molto di più (e meglio). Il lavoro di Tom Happ è in parte incentrato più sull’azione e su fasi platforming in cui verranno messe a dura prova le vostre skill. Ciononostante, come dicevamo poc’anzi, l’esplorazione non è da meno, proprio per i motivi già evidenziati. Il connubio perfetto per confezionare un prodotto di tutto rispetto, vario e completo sotto ogni punto di vista. C’è azione, abilità, esplorazione e tutto il meglio che un videogioco possa offrire.
Conclusioni
Nel 2015, ingiustamente non vinse il premio come miglior indie (assegnato a Rocket League), ma questo, cari lettori, è uno dei titoli indipendenti più belli mai creati. Difficile trovare una produzione di questo calibro. Ci sono prodotti immensi o poetici come Ori and the Blind Forest, che dimostrano come studi minori possano realizzare opere di spiccato spessore, ma Axiom Verge va ancora oltre. Un capolavoro, vecchio nell’anima e nello spirito, ma fresco ed immediato pad alla mano, attuale e con sprizzate di novità. Non teme il confronto con il gigante Super Metroid, pur restando una spanna sotto rispetto al capolavoro Nintendo, ma risulta senza dubbio superiore agli altri capitoli della saga in 2D. Considerando poi che sia stato sviluppato interamente da una singola persona, il risultato è stratosferico, vista la qualità mastodontica dell’opera.
Il vantaggio della versione Switch, oltre ad essere migliore rispetto alle varie controparti, è proprio la sua versatilità. Che lo giochiate su TV, in portatile o in modalità table, il titolo risulta immutato nel suo splendore, ed è proprio una caratteristica degli indie. Anche per questo gli sviluppatori indipendenti puntano molto per rilasciare i loro lavori sulla console ibrida di Nintendo e, non per altro, salvo le dovute eccezioni, è la piattaforma ideale e perfetta per questo tipo di produzioni. Axiom Verge non è da meno. Già di suo un gioiello prelibato, da non lasciarsi sfuggire se siete amanti del sano retrogaming (disponibile anche in una bellissima limited edition con gioco retail), ma soprattutto se muniti di raffinato buon gusto. Perché retro o non retro, questo capolavoro va assolutamente giocato; e vissuto.