Joseph Fares torna con un gioco che trasuda di Brothers: A Tale of Two Sons, ma che ti colpisce con un pugno allo stomaco in un’avventura da vivere fino all’ultimo minuto di gioco.
Signori e signore… A Way Out.
Ricevuto il gioco e accordandomi con Jurik ci siamo buttati a capofitto in quest’avventutra che trasuda del vecchio successo di Fares, ma che ti prende come un Uncharted e ti aggiunge alla formula pizzico di GTA (che non guasta mai).
Ho scritto accordatomi perché se sperate di giocare il gioco da soli, scordatevelo. È un gioco esclusivamente cop op: in locale o in remoto. Forza e tallone d’Achille del titolo questa modalità aggiungerà una tragicomicità all’intrattenimento che non provavo da eoni, forse dai tempi del gamecube.
Godutoci il finale ci siamo detti: “Recensione?” “Ovvio!” “A quattro mani?” “E perchè no?”
LA VERSIONE DI VINCENT – edit by Jurik –
Nella mia run ho interpretato Vincent, novellino della galera dal passato misterioso. Ho detto “interpretato” perchè l’esperienza di questo titolo è molto cinematografica, guidata nei momenti salienti e libera in altri.
Saremo inconsapevoli interpreti di una parte di cui non conosciamo i dettagli, di cui ci faremo un’idea nel corso della circa 6-7 ore di gioco.
Gli stacchi della telecamera saranno dinamici e lo split screen non sarà sempre fifty-fifty: a volte l’azione di uno dei due protagonisti è messa in risalto con una porzione maggiore dello schermo, per poi tornare alle proporzioni originali. Nella primissima ora questi passaggi sono molti e molto evidenti, con sezioni in cui addirittura l’azione è a schermo intero e la pressione dei tasti azione è alternata fra i due player (mi riferisco alla scena della rissa in cortile, come puro esempio).
Andando avanti in realtà le interazioni sono meno fantasiose, ma le sequenze proposte sono abbastanza variegate e prevedono sezioni stealth, sezioni di ricerca, sezioni di inseguimento, sezioni “platform” e anche sezioni a bordo di veicoli. Non ci si può lamentare per la varietà.
C’è un’unica sezione di sparatoria, ed è a mio avviso la meno riuscita dell’intera produzione, vuoi per delle hitbox imprecise, vuoi per i comandi che on sempre rispondono benissimo (non che mi aspettassi un Battlefield, però…).
Al di fuori delle azioni legate alla progressioni ci sono vari punti interattivi collaterali, dialoghi con eventuali NPC o oggetti con cui interagire…ma posso assicurarvi che la loro utilità è pressochè nulla. Una seconda run, condotta principalmente per incassare i nascostissimi achievement/trofei del titolo, ha evidenziato che conoscendo le azioni necessarie e quelle totalmente di contorno la longevità del titolo si riduce drasticamente. La rigiocabilità quindi è pressochè da escludere, ma questo era facilmente intuibile vista la struttura narrativa di A Way Out.
Giocare con un compagno in carne ed ossa seduto al tuo fianco è senz’altro più interessante (sicuramente per scambiarvi sguardi stupiti durante i colpi di scena narrativi) e certamente la fluidità del gioco ne giova parecchio, rendendo alcune parti in cui la sincronia è cruciale un pelino più facili.
Tecnicamente il titolo si difende molte bene per essere una produzione dal budget limitato: le visuals sono tutt’altro che scarse, con bei paesaggi e interni ricreati con dovizia di particolari. I protagonisti sono realizzati ottimamente, con un ottimo doppiaggio italo-americano e buone animazioni generali. Non ho apprezzato alcuni NPC minori che stonano rispetto ai modelli principali: un pizzico d’attenzione in più avrebbe quantomeno mascherato questo punto a sfavore.
C’è poi tutto un discorso da fare circa il gameplay in co-op sfruttando una singola copia del gioco..ma di questo parlerà di certo il Cassa (ho sbirciato hehehe…).
Ndr: Giocare con Cassa è un’esperienza orribile: innanzitutto non sente quello che gli dico…e poi la connessione va a scatti. E poi PS4 mi sabota e cancella il gioco quando le pare! Se stai leggendo…questo è uno scherzo!
LA VERSIONE DI LEO – edit by Cassa –
Leo, che poi fisicamente è la copia digitalizzata di Joseph Fares, è un vero ganzo! Nella sua storia, che apprenderemo strada facendo, scopriremo che è il vero tipo losco che entra ed esce dalla galera e per questo non han mezze misure. Se Vincent cerca sempre una scelta ponderata, meno rischiosa e con approccio stealth, da Leo aspettatevi l’apocalisse, gergo da ghetto e sberle come saluti. Non potevo che non scegliere questo personaggio!
Interessante è che pianificare un’azione verranno spiegati i 2 tipi di approcci ed entrambi i giocatori dovranno confermare la scelta e di conseguenza un approccio piuttosto che un altro con, a volte, un “team leader” che è proprio il personaggio che ha elaborato il piano. E’ scontato che tipi di approcci diversi genereranno diversi scenari e che quindi il gioco non sarà sempre lo stesso e sempre uguale per chi lo ha giocato.
In realtà, se si analizza A Way Out a “mente fredda questo risulta essere un “enorme binarione” sul quale si sviluppa una trama degna di un bel film. Tutte le interazioni co-op sono finalizzate ad instaurare un rapporto solido ed in crescendo con il vostro compagno “reale” e dopo qualche ora di gioco l’affiatamento della coppia, reale e virtuale, sarà papabile.
Come dicevo in introduzione, questa feature è un’enorme forza ma al contempo un estremo tallone d’Achille del titolo. I due giocatori dovranno fisicamente trovarsi presso l’abitazione di uno o dell’altro oppure far coincidere gli orari di gioco (ed abbonamento PSplus) anche sfruttando una sola copia del gioco. Si una sola copia di A Way Out, Fares ha mantenuto la promessa ed ha fatto in modo che chi acquista una copia fisica del gioco può “hostare” un compagno che non la possiede (mantenendo i salvataggi sulla console del proprietario del gioco ed assegnando a lui trofei/achievments). Ma perché parlo di questa feature? Perché ritengo che la coppia di players “giocante” sia indispensabilmente la stessa dall’inizio alla fine. Tra l’altro il gioco si completa tranquillamente in 6 ore (sono poche ma sono più che giuste), con capitoli brevi ed auto save frequenti che ottimizzano la gestione della partita.
Ndr: Giocare con Jurik è stato divertente! Anche se spesso si perdeva in quest secondarie mettendo cappelli buffi al povero Vincent oppure andando a spaccare legna mentre Leo cercava di riparare un furgone importantissimo…
Conclusione.
“Ragazzo stai ancora pensando di giocarlo o meno?!?” Il prezzo del biglietto vale il film di A Way Out, senza esitazione, è stata una piacevole sorpresa. Tuttavia siete avvisati: vi servirà un compagno in carne ed ossa per poterlo giocare (niente matchmaking).
#ciaooneee!