Battlefield V Recensione

Uno dei migliori capitoli del franchise sul versante multiplayer: un'ottimo punto di partenza e un'esperienza in continua evoluzione (a titolo, finalmente, gratuito).

Siamo al sedicesimo capitolo della serie Battlefield e tra alti e bassi, possiamo dire che DICE ha fatto fruttare tutta la sua esperienza per offrirci forse uno dei migliori Battlefield di sempre.
Non è una frase fatta, non è sempre scontato che l’ultima iterazione sia migliore della precedente: con problemi al lancio, con bilanciamenti sbagliati, con meccaniche non azzeccatissime o polemiche legate alle politiche di EA, le vicende del franchise di Digital Illusions non sono sempre state rosee (almeno finanziariamente).

Con Battlefield V ci troviamo di fronte a un prodotto decisamente ben rifinito, curato negli aspetti cruciali e creato a braccetto con la community, che da mesi fornisce feedback e preziosi suggerimenti su come rendere il gameplay divertente, frenetico ed efficace. Una fase alpha piuttosto prolungata e una fase beta molto ricca hanno permesso di testare armi, mappe e server e fornire informazioni preziosissime per impedire che un lancio disastroso (sono successi in passato) fosse ripetuto un’altra volta.
Ho aspettato con questa recensione che il lancio fosse ufficiale, la patch D1 assorbita e i server a pieno carico proprio per questo motivo: il gioco nella settimana precedente al lancio era già disponibile su molte piattaforme e le impressioni dell’utenza erano già significative. Il gioco girava a meraviglia e solo alcuni aspetti dei menu e alcune meccaniche minori necessitavano ancora di un tweak (già annunciato post dayone).
E’ importante notare come un gioco come Battlefield abbia come obiettivo cruciale quello di avere un’esperienza online di livello e quindi certe magagne prettamente tecniche sono di primissima importanza quando si tratta di impressionare l’utenza.

Nordlys ci porterà tra il gelo puntente della Norvegia, dove scopriremo attività oscure dei nazisti.

Prima di addentrarci però nel corposo impianto multiplayer, DICE ha voluto dare un pò di spazio anche ad un’avventura in singolo che fosse appetibile a chi gioca offline e fungesse da teatro in cui calare la narrazione ritornata alla Seconda Guerra Mondiale dopo anni di assenza. Guerra Mondiale sì, ma teatri di guerra inusuali e inesplorati: Libia, Norvegia, …., Storie di guerra tra le meno raccontati in assoluto e tasselli di un puzzle che ormai è trito e ritrito (raccontare un evento così importante nella storia dell’umanità non sarà mai superfluo, ma è giusto raccontare anche aspetti meno noti, ma altrettanto interessanti).
La campagna si compone, come già successo in passato, di Storie di Guerra ossia piccoli episodi a se stanti che raccontano brevi spaccati di altrettanti soldati e possono così calarci nel personaggio e spaziare da un lato all’altro del globo per farci vivere esperienze diverse fra loro. Sono missioni molto ricche di pathos e consentono di sperimentare armi diverse, condizioni diverse, mezzi diversi…
Sono storie di “piccoli” eroi, storie di vero coraggio, storie mai raccontate che però hanno contribuito allo sviluppo della Storia come oggi la conosciamo, col finale che ha portato al termine della Seconda Grande Guerra con i nazisti sconfitti.
Dopo una missione introduttiva (La Nazione Chiama) ho giocato i primi 3 racconti (composti ognuno da 3 atti) emozionanti e graficamente appaganti, anche se forse non così incisivi: nel primo, Sotto Nessuna Bandiera, vestiremo panni del neonato corpo speciale inglese SBS nel tentativo di distruggere postazioni cruciali dei tedeschi in Libia nel 1942. In Nordlys avremo a che fare con un misterioso stabilimento nazista e una partigiana norvegese rapita, mentre in Tirailleur impersoneremo il soldato francese Deme Cisse in un’operazione successiva al ben noto sbarco in Normandia, l’operazione Dragoon (1944).
Se in passato avere una giocabilità aperta dava sicuramente spazio all’iniziativa, qui DICE ha voluto strafare, e alcune missioni hanno dei sandbox così giganteschi da sembrare quasi degli openworld! In Nordlys avvicineremo una base su una cima innevata in notturna: le possibilità sono tantissime e ci muoveremo praticamente solamente guidati dal nostro buon senso, perchè il gioco non ci suggerirà alcuna via rispetto ad un’altra… Sicuramente un approccio interessante, ma che può non piacere a tutti.
Naturalmente il mio consiglio è quello di affrontare l’avventura almeno a difficoltà “Difficile” per un approccio più tattico e misurato, con una pianificazione delle nostre mosse che si perde quasi totalmente nelle difficoltà inferiori. A questa difficoltà la storia da tanto filo da torcere e naturalmente una durata di tutto rispetto.

Una visuale tattica nell’attesa del respawn: il volo fino a livello del suolo è spettacolare e aiuta a capire l’esatta geografia del campo di battaglia.

Il mutliplayer è sicuramente la parte più attesa dell’offerta di Battlefield e parte sicuramente col piede giusto! Come detto tutti i feedback dell’utenza sono stati ascoltati e gli aspetti non ancora a posto (marginali) vedranno una revisione entro il mese di dicembre, durante il quale verranno snocciolati i primi contenuti e modalità aggiuntive (totalmente in forma gratuita, come da nuova politica aziendale di EA! Ci piace!).
Iniziamo col dire che i pilastri dell’esperienza BF ci sono sempre: classi diversificate e ben bilanciate, esperienze massive con fino a 64 giocatori, modalità di gioco che coinvolgono fanteria, mezzi terrestri e volanti e naturalmente il gioco ad obiettivi che tanto beneficia del lavoro di squadra!
Una delle modifiche principali (e più richieste) è la totale assenza del cosidetto 3D spotting, ossia quella feature che mostrava sulla mappa la posizione di qualsiasi nemico che facesse fuoco con un’arma: per i non avvezzi questo potrebbe sembrare un elemento secondario, ma è il più grande game changer da anni a questa parte!
Senza questa funzione il rilevamento di obiettivi e nemici viene fatto esclusivamente a vista ed è perciò importantissimo muoversi con cautela, comunicare eventuali pericoli ai compagni (marcando noi direttamente sulla mappa la presunta posizione di un ostile) e donando così a tutto il gameplay una svolta tattica molto più marcata.
In questo modo tornano ad avere senso i gadget che oscurano la visuale (come le granate fumogene) e perdono di peso lanciagranate o esplosivi che nel precedente titolo della serie erano una vera e propria piaga (le granate volavano come chicchi di riso ad un matrimonio!).

Un’altro cambio sostanziale sta nelle riserve di consumabili che ogni soldato porta con se a inizio partita, il cosidetto Logoramento (Attrition): non più munizioni in abbondanza e granate a non finire bensì poche munizioni e un solo esplosivo per tipo. Anche sul versante “sanitario” le cose sono ridimensionate: non più la vita che rigenera completamente, bensì una rigenerazione parziale e dopo un tempo più prolungato. Per contro ogni soldato può trasportare un medikit d’emergenza e può rianimare i compagni feriti, indipendentemente dalla classe d’appartenenza.
Questi accorgimenti mirano a favorire un approccio tattico: non più proiettili che volano a casaccio o gente che rimane con 1% di vita e dopo pochi secondi è di nuovo al 100%! I proiettili sono preziosi e dopo qualche caricatore sarete a secco, così come la vostra salute. Il medikit personale vi ridarà energia piena per un utilizzo, poi dovrete per forza affidarvi ad un medico o ad una stazione rifornimento.

Le stazioni rifornimento (di munizioni o di medicinali) sono dei punti in cui potremo rifornirci di questi indispensabili elementi e sono anch’esse una nuova aggiunta alla formula di gioco. Era infatti apparso palese in fase alpha che ridurre energia e munizioni senza possibilità di riaverne in partita (se non per la buona volontà delle classi Supporto e Medico) fosse troppo punitivo per i player più casual perciò si è mitigato quest’effetto posizionando in alcuni luoghi (tipicamente i punti di cattura) queste casse di rifornimento; se i compagni preposti al rifornimento non fossero a tiro o non facessero il loro lavoro di squadra, basterà andare in questi luoghi per riprendere un caricatore e/o un medikit (non siate avidi…un cooldown vi impedirà di fare scorte eccessive e rovinare questo prezioso equilibrio!). Attenzione però: questi punti potranno essere presi di mira dai camper che puntano a falciare i giocatori troppo avidi.

La costruzione di coperture, barriere, trincee e persino fortificazioni armate sono un’altra importantissima novità di Battlefield V: qualsiasi classe potrà, alla pressione del direzionale, creare fortificazioni e coperture per motivi strategici! E’ una vera rivoluzione! Pensate: avete appena catturato duramente una bandiera e dovete difenderla, il nemico raggrupperà le forze e tornerà a reclamarla? Preparategli una calda accoglienza! Sacchi di sabbia tutt’attorno, filo spinato e un paio di mitragliatrici! Questo dovrebbe aiutarvi a mantenere la posizione.
Naturalmente tutte le barriere possono essere distrutte con l’impiego di esplosivi o calibri pesanti, ma costringerà perlomeno il nemico a sprecare parte delle risicate risorse a sua disposizione!
Capite le implicazioni tattiche? Nella mappa Rotterdam potremo fare saltare i ponti che permettono ai mezzi di attraversare i canali…ma noi potremo ricostruire dei ponti di fortuna per permettere ai nostri carri di arrivare dove serve. In altri casi l’accesso ad alcuni edifici può essere barricato con assi e mobili: niente che fermi per sempre il nemico, ma lo costringerà a “annunciare il suo arrivo” e rendere tutti consapevoli della direzione dell’assalto!
Anche le rianimazioni possono ora essere effettuate da qualsiasi giocatore coi membri della sua squadra, ma questo non toglie il valore fondamentale della classe medico: un soldato che aiuta un compagno lo rialza (impiegandoci diversi pericolosissimi secondi) con una parte d’energia, mentre un medico con la sua bella siringona lo rianima velocemente e con energia piena! Il medico inoltre può rianimare membri di altre squadre e costruire stazioni di supporto (solo nei posti previsti, nel caso fossero andate distrutte) e dispensare medikit a tutti i compagni nell’arco di alcuni metri.

Il lavoro di squadra è quindi ancora centrale e sebbene la squadra si sia ridotta a gruppi di 4, è più facile gestire il leader della squadra, è più facile spawnare sui compagni ed è più facile impartire comandi o indicazioni ai propri compagni diretti (indicati in verde, mentre gli alleati saranno azzurri). Essendo sparito il 3d spotting è ora possibile marcare obiettivi o nemici cosa da far capire ai compagni le vostre intenzioni e tutte queste azioni coordinate riceveranno dei punti squadra che forniranno al leader la possibilità di chiamare rinforzi.
Similmente a quanto avveniva in Battlefield 4 con il Comandante (un giocatore esterno che supervisionava la mappa e poteva fornire supporto logistico), ora ogni leader, raggiungendo i punti richiesti può chiamare col telefono da campo dei rinforzi in forma di scorte speciali, mezzi corazzati extra o il terribile missile V1, un missile che cadrà dall’alto e avrà un raggio d’azione ed un impatto devastante sugli avversari! Chiedete che venga sganciato su una bandiera contesa e alcuni secondi dopo vedrete l’inferno in terra e decine di nemici spazzati via all’istante!
Giocare di squadra richiede impegno e tenacia, ma le ricompense sono grandi!

L’animazione delle rianimazioni è molto toccante: la poesia vi passerà quando vedrete medici che non giocano nel ruolo e vi lasciano dissanguare….

Riassumendo l’offerta al lancio sarà composta da 3 Storie di Guerra (una prima espansione è attesa per i primi di dicembre), e diverse modalità multiplayer: Conquista, Deathmatch, Dominio, Operazioni su Vasta Scala (l’approccio più grande al conflitto mai sperimentato in BF), Prima Linea e Sfondamento. A partire dal 4 dicembre saranno poi disponibili i Venti di Guerra, la soluzione di EA al Premium Pass a pagamento: ancora poco si sa di questo sistema di aggiornamenti e ricompense, ma quello che si sa è che il gioco si epsanderà costantemente e gratuitamente, per fornire sempre nuovi spunti di gioco e sempre nuovi stimoli per fidelizzare i giocatori. Senza dubbio un Live Service una buona cosa, vedremo come si attuaerà nel concreto.
Non dimentichiamo poi che Battlefield V comprenderà anche una modalità Battle Royale, sulla stregua di fenomeni con PUBG e Fortnite: il rilascio della modalità Firestorm è ancora avvolto nel mistero ma quello che sappiamo è che consentirà a 64 giocatori in 16 squadre di afforntarsi in un ambiente vastissimo e consentirà di utilizzare tutti i veicoli caratteristici del multiplayer, con la consueta distruzione che ha reso celebre il franchise. Anche su questo aspetto dobbiamo aggiornarci nei mesi a venire.

Circa le armi presenti abbiamo a che fare con 30 primarie e circa 7 secondarie (al lancio, altre in costante aggiornamento). Alcune di queste sono già state viste in Battlefield 1, ma il loro ritorno non è un copia-incolla: ci sono diverse modifiche e migliorie e quelle trasferite (per motivi di correttezza storica) a Battlefield V sono alcune delle armi più apprezzate che sono storicamente sopravvissute per decenni proprio per le loro ottime qualità. Il fucile Gewehr 95, un bolt action da cecchino, la Lewis Gun de Supporto sono alcune delle armi più versatili che fortunatamente tornano nell’elenco delle armi supportare. Tra le nuove aggiunge segnalo l’inconsueta mitragliatrice Suomi, efficace da distanza ravvicinata ma inutile da media distanza a causa dello scarso controllo.
Una nuova serie di animazioni e una nuova resa del rinculo le rende più realistiche che mai, con una velocità dei proiettili leggermente maggiore rispetto al passato che garantisce uccisioni più dirette e pulite.

Anche i veicoli e i velivoli presenti hanno subito diverse modifiche rispetto al passato: innanzitutto devono sottostare anche loro alla penuria di proiettili. Quindi niente carri armati con colpi infiniti o mitragliatrici che hanno l’unica pecca di surriscaldarsi. Anche i mezzi esauriranno le munizioni e dovranno fermarsi a stazioni di rifornimento di tanto in tanto (aerei tanto quando mezzi terrestri).
Nello specifico i carri armati (sia leggeri che pesanti) hanno ricevuto dei tweak che rallentano i movimenti delle torrette per impedire che possano girare a 360 grandi in un battibaleno: questo bilancia meglio il loro potere di fuoco nei confronti di un soldato che cerca di attaccarlo dai fianchi o alle spalle. Oltretutto dona più realismo ai movimenti del gigante da 30 tonnellate.

Effetti e qualità visiva sono ai massimi livelli su One X, secondi solo alle versioni PC più pompate e alle versioni RTX: supreme!

Tecnicamente è un gioco di altissimo livello: su PC è il primo gioco a implementare la tecnologia di rendering raytracing (GeForce RTX Technology) a patto di possedere una costosa scheda video che la supporti. Su Xbox One X il gioco non fa rimpiangere la versione di punta, e non mostra il fianco a cali di framerate anche tenendo attivi tutti gli effetti e le texture HD.
Un elogio va al comparto delle animazioni dei soldati che sono estremamente variegate e specifiche per la situazione (i soldati ad esempio alzano vistosamente le gambe correndo in terreni paludosi, o rallentano nel fango, etc..), cosa che aumenta la sensazione di realismo; ad esempio le granate verranno lanciate in modo diverso a seconda dell’angolazione in cui siamo e ogni arma ha la sua peculiare animazione di ricarica.
Molti dettagli minori poi potrebbero sfuggire ai meno attenti, ma notare che il soldato cambia canna all’MG42 surriscaldato aiutandosi con un bossolo esausto per non scottarsi, beh…senz’altro fanno capire l’estrema fedeltà profusa dal team su questo versante. Come si suol dire, “la differenza sta tutta nei dettagli“.
Anche dal punto di vista audio merita un applauso: i campionamenti delle bocche da fuoco sono eccellenti, ma le stesse voci dei soldati (doppiate in molte lingue a seconda della fazione) sono molto variegate e attente al contesto! Un caposquadra inciterà i compagni o griderà il pericolo se presente nel campo visivo e nel caso di un killstreak importante il soldato conterà ad alta voce le kill mano a mano che i nemici cadono come mosche! Epico!
Finora anche il netcode mi ha lasciato di stucco: nessun Battlefield al lancio (nonostante il tesoro fatto da DICE dalle esperienze passate) era esente da lag, kill trading e altri fenomeni spiacevoli. Battlefield V sotto questo punto di vista parte benissimo, con rarissimi casi di freeze momentanei e quasi nessun kill trade (nella mia esperienza).
C’è, a dirla tutta, un problema di respawn che ogni tanto ci sbatte nel mezzo di un conflitto a fuoco, ma questo problema è già in via di risoluzione da parte del team che pianifica inoltre di cambiare pesantemente la schermata di deply con un approccio tattico molto simile a quanto visto in BF4.
Cito qui anche la ricca sezione opzioni, che permette configurazioni davvero avanzate circa la resa del gioco in qualsiasi aspetto, fin nel dettaglio.

Il supporto di DICE è sempre stato serio e duraturo nel tempo: il Live Service di Battlefield V promette altrettanto e sono già molte le features che dovrebbero entrare a far parte del gioco già dal prossimo mese (la possibilità di trascinare in copertura i soldati feriti, la possibilità di abbassarsi quando siamo nella posizione di mitragliere su un mezzo, etc..) e la nuova politica di EA di non fornire Season Pass di sorta garantirà un flusso di contenuti mensili gratuiti sia per il single player che per il mutliplayer. Una notizia entusiasmante che speriamo venga presa ad esempio anche da altri grandi publisher.
Tuttavia l’unica, pesante, nota negativa è che questo Battlefield V è un gioco monco, in divenire, incompleto: da un punto di vista pratico si può dire che abbiamo contenuti a sufficienza per riempire svariate ore di gioco in attesa degli aggiornamenti gratuiti che inseriranno le features mancanti ed espanderanno l’esperienza. E’ ottimo sapere che già nelle prossime settimane verranno aggiunte features, mappe, modalità di gioco (a partire dal 6 dicembre prossimo), ma è altrettanto vero che in sede di recensione non si può tener conto di contenuti che non sono ancora presenti.
Il team ha parlato in alcuni vlog di una precisa strategia per snocciolare contenuti pian piano per evitare che il giocatore non riesca a sfruttare appieno ciò che ha a disposizione; forse ha ragione, ma per come sono io avrei preferito più fiducia nei player…




Conclusione.

Battlefield V è sicuramente il gioco che i fan aspettano da almeno un paio di capitoli: un’esperienza rifinita e divertente, con tante scelte di gameplay dettate dai suggerimenti della community che si è dimostrata attenta e legata al brand. Presenti al lancio tante modalità fra le migliori disponibili, un arsenale corposo e una funzione di personalizzazione approfondita senza presenza di lootbox di sorta. Unico rammarico è che il gioco risulta incompleto al lancio: a cadenze regolari il team promette di aggiungere contenuti, mappe, armi, features mancanti a titolo completamente gratuito.
Il titolo si gioca a meraviglia, direi che questa volta DICE merita fiducia! Ci vediamo sul campo di battaglia!

 

Pregi

  • Multiplayer rifinito e divertente
  • Ottime mappe, armi e personalizzazione dei soldati
  • Future espansioni, single e multy tutte gratuite

Difetti

  • un titolo incompleto: una serie di contenuti devono ancora arrivare
9

Strepitoso

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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