Dishonored: La Morte dell’Esterno Recensione

La storia di Billie non delude ma i poteri utilizzabili sono nettamente inferiori al core game.

Mai spinoff (ma non chiamatelo così che si offende!) fu più apprezzato di questo: l’universo di Dishonored è così ricco e così ben dipinto dagli artisti di Arkane Studios che ogni nuova avventura è più che ben accolta dalla community.
Dishonored: la Morte dell’Estraneo non è da meno e ci mette nei panni di Billie Lurk sulle tracce del suo vecchio mentore Daud. Ritorna la cara vecchia Dreadful Whale, la nave baleniera che funge da “base” alle nostre missioni in quel di Karnaka; fin dal nostro primo attracco si capisce come il feeling sia identico a quello di Dishonored 2, così come una parte delle location e dei nemici. L’innovazione più grossa risiede nell’obiettivo finale delle nostre azione, ossia il nostro tentativo di uccidere l’Esterno, l’enigmatico personaggio abitante nell’Oblio, capace di controllare la vita delle persone e donare loro poteri soprannaturali per motivi non sempre chiarissimi.

Billie è tornata a Karnaca per una missione delicatissima.

La pericolosa missione affidata a Billie dal suo Mentore prende il via ufficialmente dalla seconda missione (su un totale di 5), e ci vedrà impegnati non solo nel trovare un prezioso pugnale capace di uccidere l’Esterno, ma anche nel capire le connessioni di quest’ultimo con una nuova setta di nemici, gli Orbi, oltre naturalmente a capire come raggiungerlo nel mondo parallelo in cui risiede, ossia l’Oblio. Le meccaniche sono in tutto e per tutto simili a quelle di D2, anche se sono parecchio castrate dalla presenza di soli 3 poteri e delle sole armi presenti nella ruota “inventario” fin dal principio del gioco. I poteri di Billie prevedono una traslazione nello spazio, la possibilità di fermare il tempo ed uscire dal proprio corpo per marcare bersagli e oggetti d’interesse e un’utile nuova aggiunta che prevede di poter rubare l’identità di un nemico/NPC per muoversi liberamente per un certo periodo di tempo ed aggirare il nemico senza insospettirlo. La durata dell’utilizzo di questi poteri non è più soggetta all’utilizzo di pozioni ed elisir, ma si rigenera autonomamente nel tempo: questa piccola ma consistente modifica ci costringe a rivedere alcune meccaniche dandoci un accesso “illimitato” ai poteri a condizione di non usarli con estrema frequenza.

In buona sostanza ci sono meno poteri disponibili, ma saremo un pò più agevolati nello spammarli alla bisogna. Torano anche gli amuleti d’osso e con essi la possibilità di migliorare alcune caratteristiche della protagonista: tutte cose che potreste anche tralasciare vista la natura prettamente stealth dell’esperienza: come sempre infatti aguzzare l’ingegno sarà molto più efficace (e soddisfacente) che uccidere i nemici in caotici scontri ravvicinati e le possibilità in tal senso saranno moltissimo.

Lo stealth marchio di fabbrica della serie è sempre presente e in tutte le missioni sarà possibile arrivare all’obiettivo in modi diversissimi fra loro: senza troppo spoilerare avremo a che fare con una rapina in banca e l’obiettivo potrà essere raggiunto sia disabilitando gli allarmi che addormentando il personale o ancora facendo saltare l’intero caveau in un modo molto…rumoroso! Le vie d’accesso saranno sempre molteplici e con esse diverse opportunità d’esplorazione: una nuova opportunità di ottenere preziosi indizi sarà l’abilità di poter ascoltare i discorsi dei ratti nascosti in città che dal loro punto di vista riescono a scorgere passaggi o vedere dettagli altrimenti invisibili. Altra aggiunta è la possibilità di compiere dei “contratti” diversi per ogni missione, che non sono altro che sfide introdotte per remunerarci al termine della missione per essere stati più scaltri di quanto richiesto!

Artisticamente siamo di nuovo a livelli stratosferici, sia come livello di dettaglio sia come atmosfera generale; è chiaro che moltissimi asset di Dishonored 2 sono stati riciclati e si trovano tali e quali, ma le nuove location non mancano e sono come sempre suggestive ed affascinanti. La campagna può essere portata a termine in circa 6-8 ore a livello normale, senza cercare i collezionabili o assolvere a tutti gli incarichi extra. Stimo che per completare tutto ci vogliano almeno 12 ore…forse meno in un secondo playthrough, quando conosceremo meglio la geografia del posto. Al termine del gioco sarà possibile ricominciare con un “New Game +” che vedrà sostituiti i poteri attuali con altri 3 presi dal vecchio capitolo: avrei preferito avere più possibilità all’interno della stessa Campagna, ma posso capire come completare nuovamente il gioco con abilità diverse (Dislocazione a parte) possa porre alcune sezioni di gioco sotto un’altra luce.




Conclusioni

Se amate il mondo di Dishonored la metà di quanto lo amo io non potrete farvi scappare questa nuova avventura: si tratta di un’esperienza più breve e con meno poteri disponibili, ma la bellezza dell’ambientazione e il solidissimo gameplay sono sempre gli stessi! Il prezzo è decisamente agevolato, quindi sicuramente il contenuto è sicuramente adeguato all’offerta. Giocatelo senza riserve!

Pregi

  • Ottima ambientazione
  • Gameplay stealth top notch

Difetti

  • Abilità castrate rispetto Dishonored 2
  • Durata non eccelsa
8.6

Ottimo

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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